Raccontaci chi sei e cosa fai

 

Sono Mattia Dal Pont e sono sviluppatore software a Angel Eye che è un’azienda di Bolzano. Ci occupiamo di sicurezza per le piscine tramite telecamere intelligenti e smartwatch, diamo supporto ai bagnini quando si creano situazioni di pericolo. Ho sempre lavorato nella visione artificiale, prima lavoravo per un’azienda che si occupava del controllo qualità, poi ho lavorato per una startup in collaborazione con l’Università di Trento e prima ancora ho fatto ricerca per l’università.

 

Svelaci un tuo talento o una passione nascosta

 

Sono abile nel cucinare carni, o almeno è quello che dice mia moglie. A parte gli scherzi, ho sempre avuto passione per l’arrampicata, anche se ora per vari motivi arrampico meno. Ho arrampicato su roccia per anni, ora faccio un po ‘di falesia, poco e niente, ma continuo ad amare la montagna e ci vado a camminare.

 

Quali sono un tuo pregio e un tuo difetto come hubber

 

Il mio difetto è sicuramente che partecipo poco, sono una persona timida, preferisco il gruppo ristretto con cui fermarmi a chiacchierare.

Il mio pregio è che sono una persona disponibile. 

 

Cos’è per te Impact Hub?

 

Principalmente un luogo di lavoro, poi in realtà il bello di venire qui è non lavorare da solo, avere la possibilità di prendersi una pausa e parlare con qualcuno che non sia un monitor, il guardarsi attorno e non essere da soli alla scrivania, lavoriamo tutti in ogni caso però l’ambiente che si crea è diverso.

 

Una citazione che ti rappresenta

 

“Vedi il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi”.

Biondo, nel Il buono il brutto e il cattivo.