Hubber: Elia Ciani

Ricercatore Universitario

 

Partiamo con le presentazioni: chi sei e cosa fai (di bello) nella vita?

Mi chiamo Elia Ciani, vengo da Pescara e sono un biologo marino. Mi sono formato in Italia, ho fatto la triennale in biologia a L’Aquila e la specialistica in biologia marina ad Ancona. Durante i miei studi ho viaggiato molto, infatti sono stato in Erasmus durante la triennale ad Amsterdam e poi ho fatto la tesi della specialistica in Francia. Volevo continuare la mia formazione all’estero e quindi, grazie ad una borsa di studio Marie Curie, ho potuto fare un dottorato in Norvegia, a Oslo. Il mio interesse principale è sempre stato l’acquacoltura, quindi allevamento di pesci e di diverse specie marine. In Norvegia ho studiato come il cervello dei salmoni regoli la produzione di ormoni durante il periodo della maturazione sessuale, argomento su cui ho scritto la mia tesi di dottorato. Ho sempre apprezzato la ricerca applicata e dopo il dottorato ho lavorato come ricercatore presso l’università di Oslo focalizzandomi sullo sviluppo di vaccini e sulla nutrizione del salmone. Attualmente sono manager di un progetto di ricerca sui RAS, che sono sistemi di acquacoltura circolare in vasche a terra e che non hanno bisogno del mare. Mi occupo principalmente di data analysis e, non facendo più la parte di laboratorio, ho iniziato a lavorare a distanza. Da tempo pensavo di rientrare in Italia e a settembre, dopo sette inverni in Norvegia, sono rientrato in patria. Ho iniziato lavorando sempre da casa, ma, dopo un po’, mi sono reso conto che non era ideale, visto che stare a casa tutto il giorno dietro il computer può essere logorante. Infatti non appena ho trovato questo spazio ho deciso subito di iniziare a frequentarlo.

 

Devo dire che il tuo è un lavoro che non si sente tutti i giorni. Hai sempre saputo cosa avresti fatto?

Dal momento che vengo da una città di mare ho sempre avuto questa passione, sin da quando ero piccolo. Durante le scuole superiori mi sono sempre più interessato alla biologia ed al viaggiare. Ho deciso quindi di trovare un lavoro che mi permettesse allo stesso tempo di lavorare con il mare e di vedere posti diversi del mondo. Dopodiché la mia specializzazione è venuta un po’ da sé grazie agli studi e alle ricerche che ho dovuto affrontare.

 

Cambiando argomento: pregi e difetti del tuo essere hubber?

Sono una persona abbastanza socievole, mi piace molto chiacchierare e ascoltare esperienze diverse. Infatti amo parlare con persone con background differenti che fanno altri lavori e che vengono da diverse parti del mondo e sono contento di potermi confrontare con un ambiente multi-culturale. Il mio difetto è che tendo ad essere molto on/off e quindi se sono molto concentrato sul lavoro faccio fatica a rilassarmi e a socializzare.

 

Hai qualche passione sconosciuta? 

Sono appassionato di arti marziali, ho fatto per diversi anni striking, quindi pugilato e kick boxing e purtroppo in Norvegia ho dovuto lasciare. Adesso però, per fortuna, sto ricominciando e sto iniziando a frequentare una palestra di ju jitsu qui a Trento anche se mi tirano ancora parecchio le orecchie perché sono un novellino.

 

Cosa ti piace di Impact Hub?

Mi aiuta tanto a staccare perché dal momento che il mio ufficio è a Oslo dovrei lavorare sempre da casa e venire qui mi permette di mantenere il lavoro fuori dai miei luoghi di relax. Poi mi piace l’idea di avere dei colleghi, per quanto non siano biologi, però trovarsi ogni giorno con le stesse persone permette di creare quella rete di relazioni personali che avrei in un normale posto di lavoro.

 

Ok ultima domanda: citazione preferita?

Anywhere I may roam, where I lay my head is home (Ovunque io possa vagare, dove appoggio la testa è casa) – Metallica