Aree interne, aree ferite, aree vive
Siamo tornati a parlare con insistenza di aree interne per il susseguirsi delle scosse dei terremoti che hanno colpito -e colpiscono – il centro Italia.
Eppure non si tratta di un tema nuovo, tra spopolamento e fragilità del territorio e del tessuto sociale. Paesaggi di frontiera, fragili e dimenticati ma dalle incredibili doti di resilienza. Capaci di
tornare a essere – in tempi di crisi del lavoro e del capitalismo – luogo di attrazione di giovani interessati a mescolare tradizione e innovazione, agricoltura, artigianato e turismo esperienziale. Nuovi processi a
base culturale, ma d’impatto anche economico, che diventano driver eccezionali per comporre e animare comunità che rischiavano – e rischiano ancora – di disgregarsi o addirittura sparire. Nel solco della “coscienza di luogo” che Beccatini e Magnaghi riconoscevano come un possibile cambiamento di paradigma in corso di affermazione.
L’incontro è inserito all’interno del
Trento Film Festival 2017
Aree interne, aree ferite, aree vive
con Daniela Luisi e Maurizio Dematteis
venerdì 28 aprile
Impact Hub Trentino
Daniela Luisi è ricercatrice sociale e dottore di ricerca in “Analisi delle politiche pubbliche”, ha maturato diverse esperienze di ricerca presso Università italiane, Enti di ricerca pubblici e privati e in progetti europei di cooperazione istituzionale. I suoi interessi riguardano i metodi di analisi e valutazione delle politiche pubbliche e sui processi partecipati di costruzione e attuazione delle politiche territoriali. È progettista a supporto della Strategia Nazionale Aree Interne – Dipartimento Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Maurizio Dematteis è giornalista, ricercatore e videomaker, si occupa di temi sociali e ambientali e tematiche legate ai territori alpini. Collabora con diverse testate giornalistiche, cura la rubrica L’inchiesta sul mensile Alp ed è direttore responsabile della rivista web Dislivelli.eu.
Ha pubblicato Via dalla città La rivincita della montagna: tornare a vivere in montagna per rivendicare un diritto alla città, anche nel cuore delle Alpi. Un diritto alla città inteso come civitas, fatta di legami sociali, servizi e istituzioni capaci di offrire ai cittadini, dovunque risiedano, i vantaggi di una vita, per l’appunto, civile.
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