Il termine “Essenza” ha più significati. Il primo è più conosciuto e definisce la parte necessaria e più importante delle cose. Secondo Aristotele consisteva in “ciò per cui una certa cosa è quello che è, e non un’altra cosa”. Questo vale anche per ogni essere umano, anche se forse l’essenza umana, l’insieme delle caratteristiche che rendono un uomo tale, diverso da tutto il resto e da tutti gli altri, costituisce uno dei misteri più difficili da decifrare.

In un altro contesto, l’essenza sta a rappresentare ogni singola specie arborea e il legno in essa contenuto. Le due accezioni, che riguardano oggetti così di- versi fra loro, non sono legate solo da un’analogia lessicale. Se osservato con attenzione, il legno racconta la storia dell’albero a cui è appartenuto. Nello studio delle sue pieghe si può comprendere la vita che esso ha vissuto, quali ferite si è sforzato di cicatrizzare e in che modo, quanto sia riuscito a gestire fame o abbondanza.

Ogni sezione d’albero è la fotografia del suo diario, nel quale egli ha annotato diligentemente, dalla nascita al momento della morte, tutti i piccoli e grandi cambiamenti affrontati. In questa luce, ascoltare ciò che i legni raccontano è molto simile all’esercizio che si fa per comprendere le altre persone e noi stessi. Gli alberi, attraverso le loro asimmetrie, i loro traumi, le loro malattie, i loro vuoti e i loro pieni, diventano metafore per descrivere ciò che sta dentro di noi: la nostra anima, la nostra essenza.

Le fotografie sono state realizzate con le sezioni d’albero presenti nell’archivio dell’Università di Padova presente a San Vito di Cadore.

Alessandro Cristofoletti è un fotografo e scrittore nato a Trento nel 1983 e si occupa di raccontare luoghi e persone, in particolare legati al tema del rapporto fra uomo e natura.