Hubber : Francesco Marini
Per prima cosa dicci chi sei e che cosa fai. Cosa ti piacerebbe far sapere agli altri di te?
Io sono Francesco, calabrese di nascita, cresciuto in Calabria fino a 18 anni, poi tra università e lavoro sono stato un po’ in giro. Ho studiato prima a Siena, Torino, facendo Storia e Scienze politiche e poi ho cambiato completamente carriera. Dopo qualche esperienza in giro in Australia, in Cina e in Germania, ho trovato la mia strada nell’ambito sportivo, andando a studiare negli Stati Uniti, dove poi ho vissuto cinque anni. Ero una pippa giocare a calcio, però volevo vivere di sport, e ho quindi provato a entrare nell’ambito gestionale dello sport, ho fatto un master in business administration e management sportivo. Mi sono appassionato al lato dell’analisi dei dati e ho lavorato per tre anni per una squadra di hockey su ghiaccio negli Stati Uniti, facendo l’analyst principalmente su biglietteria e consumer analysis. Il mio ruolo attuale è quello di Data & Insights Analysis per il CIES International Center for Sport Studies, una fondazione svizzera di base a Neuchâtel finanziata sia dall’Università di Neuchâtel che dalla Fifa. Facciamo ricerche in ambito sportivo, poi magari ne parlerò un po’ nel dettaglio dopo, insomma. Il mio lavoro mi piace. Mi piacciono i numeri e cercare di cogliere le golden nuggets nei dati.
Tra poco approfondiamo meglio il tuo lavoro, intanto dicci qual è un talento, una passione nascosta che nessuno potrebbe indovinare o che comunque nessuno può sapere qui a Impact Hub.
Diciamo che me la cavicchio con le imitazioni.
Pezzo forte?
Ma non so, forse riesco a individuare un po’ i tratti distintivi delle persone, quindi alcune volte le cadenze e mi vengono bene le persone che conosco. Mi vengono bene quelle che conosco e riesco ad osservare più da vicino.
Un tuo pregio e un tuo difetto come hubber o coworker .
Un pregio e un difetto? Alcune volte, magari inizialmente sono un po’ sulle mie, posso apparire un po’ schivo, però poi quando si passa oltre il primo strato sono abbastanza socievole. Un pregio? Non credo di portare competenze tecniche, perché qua ad Impact Hub sono tutti dei grandi nerd. Quindi diciamo che porto magari un po’ di allegria una volta superato quello strato di cui parlavo mi piace essere una spalla con cui chiacchierare.
Lo spazio di coworking in tre parole.
Socialità. Condivisione e Svago. Ora quello che dirò non sono 3 parole, ma è importante aggiungere che ho lavorato un sacco da casa per più di un anno. Insomma, mi mancava proprio il contatto con gli altri, anche solo per la pausa pranzo, per un caffè o per chiacchierare. Quindi per me è quella la componente principale, è importante.
Concludiamo con una citazione, un’opera, una battuta che ti piace o ti rappresenta che vorresti usare per farti conoscere.
“Freedom means the opportunity to be what we never thought we would be”
Mi ricordo che mi colpì quando visitai Ellis Island, dove arrivavano gli immigrati negli Stati Uniti.
Torniamo al tuo lavoro. Cosa fa il CIES?
Diciamo che quello che facciamo ha due filoni principali. Da una parte quello di condividere le nostre ricerche, che vanno dalla performance dei giocatori alle vendite dei biglietti per specifici stadi o partite, e far conoscere i nostri progetti di ricerca, sempre rispetto all’ambito calcistico, sui social per cercare di presentarci come esperti nel nostro campo alla governance del calcio. Per governance intendo sia chi è a capo delle federazioni sportive, le associazioni nazionali eccetera, sia poi chi decide a livello di club, quindi proprio i proprietari dei club e i consigli d’amministrazione quindi chi ha il potere e il potere gestionale e decisionale nell’ambito del calcio. Dall’altra abbiamo poi un filone di consulenza per cui vengono dall’esterno a chiederci progetti di ricerca specifici. Per fare un paio di esempi, capita l’investitore americano che vuole investire in un club di calcio, per esempio europeo, quindi ci commissiona una landscape dei club in Europa: dagli shareholders, la proprietà dello stadio e delle infrastrutture, all’appetibilità del mercato di riferimento.
La federazione asiatica ci ha chiesto supporto per una pubblicazione, un libro riepilogativo di tutte le edizioni della Coppa femminile d’Asia. Io mi sono occupato di tutta la parte dei dati e statistiche relativi alle giocatrici. Quindi la cosa divertente è che si tratta di un lavoro abbastanza vario
Quindi hai trovato la tua strada?
C’è sempre il vizio di pensare che non sia abbastanza e quindi di voler conoscere cose nuove e accrescere il proprio bagaglio. Quindi mai dire mai. Per esempio mi reputo un po’ debole sul lato social e di digital marketing, quindi vorrei iniziare ad approfondire quest’ambito
E’ sempre bello imparare più cose, quindi se capisco che un lavoro non mi permette tanto di aumentare le mie “skills”, cioè di imparare qualcosa di nuovo nel lungo termine, e quindi mi dà l’idea di essere un po’ fossilizzato, allora potrei decidere di cambiare. Per ora va bene così!